bologna la punk
di mauro baldrati e patrizia fabbri [da frigidaire, gennaio 1982]

il punk bolognese identifica bologna come una piccola berlino, che adora e sogna; se suona, milita nel suo gruppo musicale, e se non suona tifa per altri gruppi musicali, in genere stranieri e in genere sconosciuti anche agli addetti ai lavori. ha i suoi santuari, ben lontani dalla drogatissima e ormai impraticabile piazza maggiore: uno è il "disco d'oro" in via marconi, il posto in cui, a prezzi da strozzinaggio, puo' procurarsi i dischi più introvabili o in cui può lasciare, in conto deposito, i "badges" che ha trovato a londra e che vuole rivendere. altri ritrovi sono l'oz, o il tilt club a casalecchio, piccolo comune a due passi da bologna dove, oltre ai suoi amici di periferia, incontra gli altri "sbandati" di ferrara, rimini, forli, milano, la spezia, che guardano pure loro a bologna come ad un appetibile surrogato di berlino.
il punk bolognese non è comunque uno sradicato: chiusura totale verso le istituzioni ufficiali, questo si (disprezzo ampiamente ricambiato: la prima e unica cantina, il punkreas, dietro la questura, fu chiusa d'ufficio con le solite procedure: troppo rumore e droga negli sciacquoni), ma non ad esempio verso i pallidi fantasmi del movimento, con cui non contrae certo legami d'ordine politico, ma coi quali va comunque a ballare nelle case occupate, o coi quali tiene in piedi una radio. è geloso della sua identità punk, odia la violenza ma accetta lo scontro fisico, non si ritiene affatto un sopravvissuto e soprattutto sa come vive, e dove.
 

bounty scarponacci, 20 anni sei punk anarchico?

si, e faccio parte dei gruppo raf punk.

qual'è il tuo ideale?

beh, è l'ideale anarchico. rifiuto questo sistema in ogni sua forma, ritengo che il sistema vada distrutto a partire dai suoi nuclei principali, la famiglia, che ne è l'edizione in piccolo, l'istituzione che ingabbia le persone prese singolarmente; la morale borghese, del sistema è l'espressione diretta e gli fa comodo; la morale sessuale, finalizzata all'oppressione e al mantenimento della famiglia. se stai per chiedermi come intendo arrivarci posso dirti che non intendiamo perderci in grandi battaglie per il conseguimento di grandi ideali che mobilitino grandi masse, o meglio, non solo: ritengo che sia importante conquistarsi degli spazi propri, autogestirli e all'interno di questi muoverci con delle azioni, e viverci il meglio possibile anche a livello individuale. ci interessa il contatto col movimento e con chiunque sia contro il sistema, pur nella salvaguardia delle diversita'.

sei nonviolento?

tendenzialmente si, nel senso che mi fa schifo ogni forma di violenza, sono contro gli eserciti, i missili, il riarmo nucleare. pero' la mia non è una nonviolenza astratta, ci sono delle situazioni in cui il ricorso alla violenza è pure necessario; voglio dire che di fronte a una squadra di fascisti con le spranghe o alla polizia che ci strappa i distintivi, i giubbotti, il ricorso alla violenza non solo è legittimo, ma necessario.

i tuoi gruppi?

i crass, che sono un po' il nostro punto di riferimento, crisis, discharge, eratics, flux of pink indians e altri gruppi praticamente sconosciuti che mi sembra inutile citare.
monica, 17 anni
 

come vivi in casa tua?

naturalmente coi miei ho un rapporto teso e di scazzo, ma sto raggiungendo una specie di compromesso. mio padre cerca di rispettare le mie idee, anche se non è d'accordo sull'abbigliamento, sul mio modo di vivere, ecc. mia madre invece continua a rompere.

i tuoi sono di sinistra?

mio padre è socialista.

e a scuola?

be', mi è quasi insopportabile. non ce la faccio, non posso piu' soffrire la maggior parte delle materie, come matematica, diritto, contabilita' ecc. io frequento ragioneria, e la mia è una scuola di merda, piena di fascisti che provocano e con dei professori stronzi che non perdono occasione per tentare di umiliarmi con delle battute del cazzo. e poi, su duemila alunni siamo solo due punks, perdipiu' ragazze, e puoi capire il nostro senso di isolamento.

sicché intendi mollare?

per il momento no, almeno finché non sarò bocciata. vedi, per noi la scuola è anche un mezzo per disporre di un minimo di liberta', i pomeriggi liberi, le vacanze estive. perché quando arriva il lavoro è una prigione, la fabbrica ti succhia via un terzo dell'esistenza.

a lezione ci vai vestita punk?

si, certamente. mica mi travesto per andare a scuola.

grog, 17 anni
 

com'è il tuo rapporto con la gente?

beh, cerchiamo di conoscerci, di incontrarci, perché sentiamo molto il bisogno di aggregazione, specialmente per i ragazzi piu' giovani che vivono in periferia. qui a bologna ci troviamo con punks di milano, ferrara, forlì e facciamo scambi di esperienze e di gruppi.

volevo dire con la "gente normale", i passanti...

ah, con quelli dell'impermeabile? non esiste rapporto, ci vedono come mostri. soprattutto noi ragazzi giovani, ci guardano come se non credessero ai loro occhi. questa è una situazione che non ci piace, intendiamoci, non l'abbiamo cercata noi. ma non vogliamo certo modificare il nostro modo di essere per cercare un rapporto. noi siamo diversi, rifiutiamo di allinearci, e teniamo a dimostrare questa diversita'.

e con altri gruppi tipo skin, o mods?

a bologna non sono numerosi, comunque non abbiamo scazzi, come per esempio a ferrara, dove i punks si sono picchiati coi mods. il nostro problema, oltre alla pula e carabinieri, sono i fascisti. ci attaccano in squadre, tentano di devastare i locali in cui ci ritroviamo per ascoltare musica e ballare, come il tilt, o l'oz, ci provocano. noi ci difendiamo, perché non ci interessa attaccarli e cercare la violenza, che rifiutiamo, ma non stiamo certo li a farci menare come degli idioti.

i tuoi gruppi?

uk subs, anti-pasti, eratics, discharge.

giampi, 19 anni
 

cosa risponderesti a chi ti dice che state vivendo in ritardo un fenomeno già visto, già vissuto e finito?

stronzate. di solito chi ha queste idee si riferisce al periodo sex pistols e alla presunta morte dei punk avvenuta dopo il loro scioglimento. ma in quel periodo il punk non esisteva. era punk rock. difatti chi ancora si rifà a quel periodo si veste come i sex pistols, svastiche, croci uncinate, sputa sempre sui gruppi ecc. il punk è nato due anni fa, e da allora è venuto avanti: se vai a londra oggi vedi molti gruppi nuovi, come ci sono in germania, in olanda, in svizzera. prima i gruppi erano composti da gente vecchia, che suonava già e che all'arrivo di quel trend si misero a suonare musica più veloce e si tagliarono i capelli, e la storia filava, si vendevano dischi.

esistono ancora fenomeni di punk rock?

sì, ma l'avvento di nuove mode li sta spazzando via. a un punk che prende coscienza politica di sé non interessano le mode, le boutiques, mentre vedi molti punk, o che si autodefiniscono tali, che diventano mods, skin, ska ecc. questa cosa talvolta avviene anche tra i nichilisti, che cominciano ad ascoltare gruppi skin e capita che qualcuno diventi skin. quei pochi che sono rimasti punk lo hanno fatto per una maturazione politica ben precisa, ed è grazie a loro che il punk sta crescendo. vorrei che fosse chiaro che punk non è punk rock, perché oggi si fa troppa confusione. ci fanno ridere quegli articoli sui giornali "illuminati" che parlano di noi come dei gruppi giovanili che si dividono la città assieme ai mods, ai new romantics, ai teddys e altre cazzate; o che fanno dei colore descrivendoci come ragazzi allo sbando, maledetti coi ventre gonfio di birra o drogati che vomitano in mezzo alla strada. questo è un modo stronzo di svendere la nostra immagine, per lo più dettato da una profonda ignoranza sul nostro modo di essere.

steno, 20 anni
 

come vive un punk a bologna?

direi che generalmente vive male, è costretto ad abitare coi genitori perché non trova un posto dove andare, non si trovano case e gli affitti sono altissimi. è odiato, detestato dalla gente, è indicato a dito dalle mammine ai bambini come uno cattivo e simili stronzate.

cos'è l'abbigliamento per un punk?

il modo di vestire, come la musica, cioè l'aggregazione attorno ai gruppi, è importantissimo per noi. vestire punk è dimostrare la propria diversita', il rifiuto di adeguarsi alla cosiddetta norma, una forma di ribellione che parte dalla persona. inoltre, è uno degli aspetti fondamentali, è un modo per riconoscerci, diciamo una forma di dialogo senza parole. i punks non sono tutti uguali. abbiamo modi di vita e idee diverse, gusti diversi, e i nostri segni di riconoscimento sono sui giubbotti, nei distintivi, nel taglio dei capelli. per esempio se vedo un punk di qualsiasi citta' italiana, o inglese, svizzero, tedesco, attraverso i suoi simboli posso capire di che tendenza è, come la pensa, come vive.

a bologna che tendenze ci sono?

fondamentalmente due: nichilisti e anarchici pacifisti.

e tu?

io sono nichilista.

quali sono i tuoi gruppi?

bolognesi i nabat, nel quale suono, rip off, crash box. internazionali anti-pasti, discharge, exploited, blitz.

sandro, 19 anni
 

sei nichilista?

sì. lo puoi vedere da questo badge con la n; è anche il simbolo dei nabat.

cosa pensi di bologna?

bologna fa schifo, la considero un ghetto, una città di merda e intollerante, i suoi abitanti verso di noi provano solo odio e disprezzo, se potessero annientarci lo farebbero, con qualsiasi mezzo. è troppo ricca, troppo stronza, cresciuta sotto l'ala dei vecchio comunismo che non tollera chi non accetta le regole dei sistema.

c'è qualche città in cui vorresti vivere?

in italia non credo, forse milano perché è un grosso centro con molte tensioni e contraddizioni aperte, con molti punks. penso che la mia città sarebbe berlino.

perché?

beh, tra di noi è abbastanza sentito il "mito" di berlino; là i punks sono molto attivi, hanno ottimi gruppi e spazi per suonare, fanno cose assieme ai movimenti giovanili, di occupazione delle case, antimilitaristi.

a bologna non esiste questo rapporto?

diciamo che qualcosa si muove. col movimento di occupazione delle case per esempio, che sta nascendo ora; noi siamo interessati, e diamo il nostro contributo. domani c'è un concerto dei raf punk (anche se è un gruppo anarchico) in uno stabile occupato di via miramonte. noi nichilisti gestiamo una radio assieme agli autonomi, radio underdog. vorrei che venisse citata, perché è la miglior radio di bologna.

hai un lavoro?

sì, faccio il contabile per una ditta. e poi suono coi rip off.

e com'è il lavoro di contabile?

una merda. ma è una situazione generale per noi. si fanno i lavori dei cazzo, lavori di fatica in fabbrica. molti dei più giovani vanno a scuola.

luca, 16 anni
 

ti senti anarchico pacifista?

diciamo che sono simpatizzante anarchico, ma parlo per me stesso.

che pensi dei nichilisti?

beh, per me sono dei duri, ma soprattutto a parole; e poi sono troppo birra, sesso e scarponi.

e tu?

io voglio farmi i cazzi miei, vivere la vita, la musica, l'amore, senza la gente che mi rompa il cazzo.

che fate durante la settimana?

abitiamo quasi tutti in periferia e stiamo là, scriviamo sui muri, ascoltiamo dischi e ci troviamo in centro il fine settimana.

giulio, 19 anni
 

com'è il rapporto tra un punk nichilista e un punk anarchico?

(pausa) guarda, non è così facile da spiegare. dovreste essere molto vicini al punk per capirlo. diciamo che abbiamo molto in comune, siamo tutti punks e abbiamo lo stesso ideale di libertà, rifiutiamo il sistema e la morale che al sistema fa comodo, ma viviamo in modi diversi, parliamo di cose diverse; forse le differenze non sono poi cosi profonde, ci ritroviamo insieme ai concerti dei nostri gruppi e nei locali. con questo non voglio dire che mi sento vicino agli anarchici, sono nichilista e mi sento diverso da loro.

prova a fare qualche esempio.

beh, secondo me quelli sono troppo rigidi, troppo radicali. un punk deve essere cosi e cosi, un gruppo se non è completamente punk è una merda... direi che hanno spinto la politicizzazione ai confini della realtà e sono intransigenti nel giudicare e nel condannare. a noi nichilisti per esempio ci accusano di ascoltare gruppi skin e quindi di essere dei punks diciamo imbastarditi, solo che certi gruppi che per loro sono skin per noi non lo sono.

alfredo, 18 anni
 

dove suona un gruppo punk?

le prove si fanno nei posti più strani, cantine, garages, dove capita. poi ci sono i concerti, organizzati di solito nei circuiti alternativi, come stabili occupati, o in occasione di qualche iniziativa sulla pace, sul disarmo, sull'antinucleare. comunque non abbiamo managers né leaders, e ci interessano esclusivamente i concerti autogestiti.

come fate con gli strumenti?

la tendenza sarebbe comprarli, ma ci è praticamente impossibile per i costi proibitivi. alcuni gruppi possiedono una parte dell'impianto, la batteria magari, o le casse; il resto viene noleggiato.

che pensi di gruppi rock tipo gaznevada?

gaznevada? non abbiamo rapporti con loro. sono dei cazzoni, non ci interessano, come non abbiamo nessun contatto con l'italian records, né ci interessa averlo. l'italian records ha contribuito alla rovina di molti gruppi della prima ondata punk, esempio tipico i luti chroma.

in che senso?

perchè ha cercato di spostare i gruppi verso altri generi, più commerciali, per lanciarli sul mercato e vendere dischi. con questa politica noi non c'entriamo, le case discografiche non ci interessano.

sei nichilista o anarchico?

per rispondere alle domande che hai fatto non ha molta importanza. comunque i miei segni sono qui, sul giubbotto.

   

 


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