nel periodo attorno a natale 1982, quando abbiamo organizzato lo squat gig allo zig zag club di londra, avevamo diffuso un volantino. si intitolava “quello che sta succedendo adesso” e spiegava le ragioni che stavano dietro a quell’evento, dietro al nostro tentativo di utilizzare gli spazi per poterci incontrare, per discutere e scambiare opinioni e informazioni. uno spazio per tutti, un’alternativa alla mentalità restrittiva ed ai soliti luoghi della musica del music business.
bene, ecco un aggiornamento a quel volantino, perché effettivamente in questo ambito c’è stato di recente del movimento, forse ispirato da quello che è successo in quei giorni. c’è stato però anche un ritorno alla grande di gruppi interessati ai soldi che hanno suonato in quei soliti posti in mano a gente interessata ai soldi. non durerà ancora a lungo, la gente infatti ha capito come funziona il meccanismo, ma gli organizzatori di concerti londinesi e i promotori dell’industria del divertimento si sono coalizzati a lasciarci fuori da tutti i posti chic e alla moda della città.

il punk? fanno sul serio. e allora vaffanculo a tutti quelli che non sono interessati alle tribù esclusive. vaffanculo a chi non ha i soldi per il biglietto e a chi non ha tempo libero, vaffanculo a chi importa qualcosa di più dei vestiti e della lacca per i capelli. e allora grandi affari per i ladri delle grosse etichette discografiche e per i proprietari dei locali, che non vedono l’ora di arricchirsi con qualche musicista compiacente con il look giusto e un’ideologia inutile, qualcuno che chiacchieri soddisfatto senza fare danni. fanno sul serio.
ci era venuta l’idea di occupare un posto e suonarci dentro per fare un passo avanti nel riprenderci quello che ci appartiene. è stato un successo: sono venute millecinquecento persone ed è la prova che con un briciolo di senso di condivisione e di fiducia è possibile fare qualcosa insieme, senza essere costretti a cagare sopra a qualcuno e senza che qualcuno debba cagare addosso a noi. c’è un sacco di gente che non vuole pagare un biglietto di £2.50 per ballare e dimenticarsi di tutto. il dolore e la sofferenza non svaniscono ignorandoli: restano lì finché non muoviamo il culo per affrontarli. il concerto allo zig zag occupato ha dimostrato che possiamo farcela.

la maggior parte dei beni in questo paese è di proprietà solo dell’uno per cento delle persone: il resto deve starsene seduto a elemosinare.
lo zig zag club era sfitto e inutilizzato da più di un anno, adesso è stato richiuso, le porte e le finestre murate, più inaccessibile che mai. è quasi impossibile trovare casa. ci sono tre milioni di disoccupati: tre milioni di persone che non possono permettersi di pagare, sia che si tratti di un affitto o di un biglietto per un concerto. molti non sarebbero disposti a farlo, anche se avessero dei soldi. una volta usciti dalla porta di casa, sempre che se ne abbia una, c’è il rischio di essere insultato e maltrattato da una qualche autorità. il sistema non ci offre niente, e si aspetta che noi si lavori e si muoia per il suo “progresso”.
i ricchi e i benestanti non hanno comprensione né solidarietà per la grande maggioranza della popolazione. pensano di avere il comando, e lo avranno finché non gli dimostreremo il contrario. siamo noi che paghiamo per i loro privilegi, e non è solo una questione di soldi. il denaro è la più ignobile forma di energia, e l’energia umana non dovrebbe avere attaccato il cartellino del prezzo. continueranno a derubarci finché gli permetteremo di derubarci.

noi speriamo che quello che è successo allo zig zag sia un passo in avanti verso la riappropriazione di ciò che ci appartiene: la libertà. cibo gratis, un posto dove stare senza pagare, informazione libera, musica gratis, idee libere. libertà di fare tutto senza limitare o violare la libertà degli altri. l’occupazione non è soltanto un’altra maniera per organizzare dei concerti, speriamo che questo volantino serva a chiarirlo. desideravamo che sia servita, e che lo serva ancora, d’ispirazione all’apertura di posti sempre nuovi, sia per suonarci dentro che per viverci, per farci dentro qualsiasi attività. ci sono delle cose da sapere e da tenere bene in mente se volete occupare un posto. ci sono delle difficoltà e dei problemi che noi abbiamo affrontato con l’occupazione, magari sono informazioni che possono esservi utili.

prima di tutto, scegliete con cura il vostro obiettivo. scegliete con cura la zona e controllate bene se è facile entrarci dentro. cercate di scoprire, se ci riuscite, chi è il proprietario. preparate anche un piano di ripiego: cercate un altro posto da occupare nel caso le cose si mettano male. mettetevi d’accordo con qualche gruppo che venga a suonare, oppure organizzate qualche altro evento che possa attirare gente. non dimenticatevi dell’amplificazione e dell’attrezzatura tecnica.
il primo gruppo che entra nel posto da occupare dovrebbe essere formato da poche persone: è meglio non avere troppa gente attorno che può essere d’intralcio e magari attirare l’attenzione quando non ce n’è bisogno. è importante far sapere in giro della cosa, perché sarebbe davvero deprimente se non si presentasse nessuno. fate sapere in giro che succederà qualcosa, ovviamente senza dare indicazioni precise del posto. nei nostri volantini avevamo scritto un numero di telefono da chiamare il giorno prima del concerto, poi abbiamo registrato nella segreteria telefonica un messaggio in cui spiegavamo il luogo e l’ora dell’appuntamento. una volta che il primo gruppo di occupanti è entrato, la cosa migliore da fare è raccogliere quanta più gente riuscite che sia disposta a restare lì a presidiare il posto fino all’inizio del concerto: più siete e più difficile sarà cacciarvi. quando entrate, fate bene attenzione a non causare danni di alcun genere: in caso contrario potreste essere incriminati per vandalismo e rischiare l’arresto. per quanto possibile, informatevi sui vostri diritti: può essere utile una visita o una telefonata ad un avvocato solidale. l’associazione release distribuisce una dichiarazione legale standard secondo cui l’occupazione è un vostro diritto (cosa che ancora effettivamente è, secondo la legge britannica). se la polizia si rende conto che siete bene informati, è probabile che non si accaniranno a scacciarvi: se sanno che siete dentro, attaccate una copia di quella dichiarazione su ogni porta. una volta che siete dentro e al sicuro, organizzate una ronda di un paio di persone: se la polizia arriva a sorpresa e riesce a entrare con la forza sono cazzi vostri. propagandate l’occupazione e le vostre attività con ogni mezzo: radio, stampa locale e nazionale, volantini, manifesti. se organizzate un concerto, fate in modo che ci sia sempre qualcuno a controllare l’ingresso per sedare eventuali risse. dimostrate a tutti quelli che vengono che dipende anche da loro la riuscita della vostra attività: se c’è aiuto reciproco le cose funzionano sul serio.
e infine dipende da voi. se volete che questa esperienza duri, vi consigliamo di mantenere il posto il più possibile in ordine e pulito, così da non offrire scuse alla polizia e all’amministrazione locale per sbattervi fuori. se vogliono cacciarvi comunque, possono ottenere dal tribunale un mandato ufficiale di sfratto, ma gli ci vorranno dei mesi. buona fortuna.

certo, è facile criticare tutto questo come utopistico, ma parlare non costa niente. può magari servire a poco, ma è sempre meglio che starsene zitti a vivacchiare con la minaccia costante di violenze, insulti e sfiducia. si può cambiare solo volendo cambiare. ogni singola azione che contribuisce a cambiare questa società grigia ed oppressiva, è un piccolo aiuto a colorare la vita di ciascuno. può essere qualunque cosa: dalla maniera di salutarsi per strada al partecipare ad una grossa manifestazione di protesta. tutto serve a rendere la vita migliore.
oltre ai bei ragionamenti, ci sono delle implicazioni pratiche: lavoro, casa, medicina, cibo, religione, soldi… pensa ai tuoi amici. pensa alla tua famiglia, al tuo lavoro, al modo in cui ti rapporti alle persone e all’ambiente che ti circonda. è tutto come vorresti che fosse? puoi cambiare, se vuoi. se lo vuoi davvero. nessuno è così stupido da pretendere di avere la soluzione ad ogni problema. alcuni non riescono ad vedere più in là del proprio naso, figuriamoci come possono cambiare il mondo, ma è solo provandoci, rendendoci conto del grigio che ci sommerge, che possiamo aggungere un po’ di colore alla vita.
non predichiamo una rivoluzione immediata, né una rivoluzione violenta, ma non siamo più disposti a porgere l’altra guancia. non abbiamo intenzione di far paura a nessuno, ma nessuno riuscirà ad intimidirci. non siamo più disposti a restare seduti a guardare mentre ci viene rubato tutto quello che è nostro. siamo disposti a discutere con chi ha opinioni diverse dalle nostre, ma non permetteremo che le opinioni degli altri ci vengano imposte.
se non cerchi una risposta, allora fai parte del problema. ma se una risposta ce l’hai, per favore prendi contatto con noi prima che puoi.

 


 

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