iniziative discografiche a sostegno di a/rivista anarchica

 

"f/ear this!"
a collection of unheard music, unwritten words and unseen images inspired by fear


presentazione (da a/rivista anarchica n. 146 maggio 1987)

"f/ear this!" è un album doppio pubblicato da p.e.a.c.e. (l'associazione delle etichette indipendenti alternative italiane di cui fanno parte blu bus, catfood press, particolare music, rockgarage, trax, ut/comunicazioni e tunnel) in sostegno di a/rivista anarchica. il progetto è nato all'inizio dello scorso anno: mettere insieme, chiedendo aiuto ad amici musicisti, grafici e poeti sparsi un po' ovunque sia in italia che all'estero, musiche, parole ed immagini costruite attorno ad un'idea comune. un'iniziativa tutto sommato semplice e trasparente: scelto il tema (nella fattispecie "la paura") si è messo in moto un meccanismo di passaparola che, nonostante qualche complicazione e gli inevitabili incidenti e ritardi, ha funzionato egregiamente, arrivando da qui in giro per l'europa e fino agli stati uniti. fatta qualche telefonata, spedita qualche lettera e messa così in giro la voce, il materiale per "f/ear this!" è arrivato quasi da sé: niente contratti, niente compensi per la partecipazione né promesse difficili a mantenersi. tutti hanno collaborato gratuitamente e spontaneamente, condizione questa assolutamente indispensabile per poter "lavorare" in maniera pulita e soddisfacente. in termini di "generi musicali" questa raccolta è ovviamente piuttosto composita: si va dalle atmosfere larghe ed evocative al lavoro di cesellatura minimale, dal rock caldo e intelligente allo sperimentalismo più cerebrale fino al jazz da laboratorio chimico. si rimane comunque, e questo vale per tutti i partecipanti, in un "settore di atteggiamento" che vede la creatività come fatto vitale e positivo, uno strumento che attraverso parole, suoni ed immagini racconta le persone, le loro idee, sogni e desideri.

marula verbeek ed hella hertogs formano il gruppo two tone ad eindhoven, in olanda, due anni orsono: marula suona il piano, il sax e la chitarra, hella scrive i testi e canta. alle loro composizioni le two tone affiancano musiche di béla bartok e poesie di dorothy parker. non hanno, per ora, inciso dei dischi né suonato in pubblico al di fuori del loro paese. per "f/ear this!" hanno spedito due canzoni bellissime: scegliere è stato difficile. strutture sottili ma energiche, un pianoforte che si mangia la coda, qualche pennellata di sax, un testo appena tratteggiato che racconta di attese e ripensamenti.

subito dopo i detonazione da udine, che in "dead planet blues" raccontano gli ultimi istanti di una terra che muore. bruno romani dà al suo sax una voce straziante e lacerata, mentre gianni brianese (basso senza tasti), anna scroccaro (synth) e massimo nicoletti (percussioni e synth) costruiscono una base caleidoscopica. dopo "dentro me", il loro secondo album pubblicato dalla laber fiorentina ira, i detonazione hanno di nuovo cambiato rotta: le loro più recenti registrazioni sono una vera sorpresa.

non so per quali problemi i tedeschi the blech non poterono partecipare al mimi festival di st. remy de provence lo scorso anno. è stato lì che ho incontrato hubl greiner, batterista nonché membro fondatore di questa bizzarra formazione, e che gli ho parlato del giornale e di questa iniziativa. dopo qualche settimana è arrivato "wehr kardoon", un loro brano registrato dal vivo durante un concerto: il ritmo è serrato, le note si rincorrono ed accavallano sempre più veloci fino ad esplodere. il gruppo ha all'attivo un album omonimo pubblicato dalla piccola heute production sul finire del 1985 e sta preparando il secondo condensando ritmo, frenesia ed una discreta quantità di buona sana vecchia pazzia.

i francesi look de bouk scelgono invece strade diverse: amano mescolare i suoni e le sensazioni a piccole dosi, tutte cusriose e coloratissime. il brano che hanno offerto per la compilation ha un titolo chilometrico: "un ecrin de fer-blanc pour le noir de tes cils" ed è una versione sforbiciata della lunga composizione omonima tratta dal loro debutto "lacrimae rerum" pubblicato lo scorso anno dall'intraprendente ayaa disques di reims. alla registrazione hanno preso parte, come musicisti ospiti, patrick q. wright dei legendary pink dots e cédric vuille dei debile menthol.

"bolero iv" del politrio è un brano dalla forma complicata e spigolosa e costituisce la prova della costante e veloce maturazione tecnica ed artistica del trio forlivese (li ricordate ad "insonorizzare" il meeting internazionale anarchico di venedia nel settembre 1984?). autori di un album "effetto eisenhower" passato ingiustamente inosservato forse perché troppo avanti rispetto ai tempi, roberto zoli, giorgio canali e massimo sbaragli stanno attualmente registrando nuovo materiale.

in chiusura della prima facciata è "aperto", proposta da un gruppo molto famoso ed altrettanto interessante, i tedeschi embryo. passati attraverso mille sentieri, sia in senso geografico che musicale, creano un infuso senza tempo né confini, mescolando oriente ed occidente, nord e sud in sette minuti di improvvisazione.

gli americani hum, un trio newyorchese formato da brooks wlliams, charlie mendoza e beo morales, hanno pubblicato sinora una decina di cassette, rimaste comunque nel giro under/underground della grandr mela. in occasione del loro secondo tour europeo, nel 1984, pubblicarono un lp per rockgarage e lo scorso anno "drop it", un album di eccezionale fattura e qualità. "lawn rangers" è tratto proprio da questo secondo disco: è musica difficile, sarcastica, abbinata ad una delle assurde situazioni teatrali multimediali che caratterizzano i loro spettacoli.

"voghera" è una delle canzoni più belle, più vibranti ed assieme più difficili dei torinesi franti, ed è presente in questo disco in una versione registrata durante un concerto trasmesso in diretta da radio torino popolare.

i milanesi la1919 hanno al loro attivo una cassetta pubblicata due anni orsono da adn. con chitarre "impreparate" (la definizione è loro) e sintetizzatori, luciano margorani e paolo chianura percorrono, e di corsa, i percorsi più accidentati del rumorismo senza mai scadere nell'improbabilità. per "f/ear this!" hanno preparato una nuova versione della loro "senza tregua" rimissata apposta.

i tedeschi body and the builders, recentemente per la prima volta in tour nel nostro paese, con "assume to be dreaming" dimostrano che il rock può avere artigli e grinta anche quando non è pestone: chitarre caldissime e morbide, una batteria dosata al punto giusto, voce roca tipicamente rock che alla fine lascia il posto ad un'inattesa e tragica telefonata.

giorgio cantoni, prima di "mettersi in proprio", ha suonato con i detonazione degli esordi. "un anno nelle favelas" è un pezzo di ampio respiro, ricco di sfumature e piccoli particolari.

quando improvvisamente dall'inglese la voce di jane dolman passa all'italiano non si può fare a meno di nascondere un attimo di smarrimento: "smettiamo di dire cazzate solo perché ci piace il suono delle parole...". è una poesia imbarazzante che tocca le strutture portanti del nostro essere tanto "personaggi" e un po' meno "esseri umani", magari per paura (...ecco il punto) di scoprirsi, di farsi sorprendere deboli, vulnerabili. jane saltella tra le due lingue come un piccolo passero, coadiuvata dalla musica di pete wright dei crass e kishi yamamoto (tastierista di voice of authority nonché compagna di adrian sherwood). e sono proprio pete e kishi che, in coda, aggiungono la bellissima "fishes in water" scritta apposta per questa raccolta.

la seconda facciata si chiude con "guang zhou" dei milanesi 2+2=5 che ci portano all'estremo limite del'est. come un fiume largo e pacifico la msuica divide due sponde, sconosciute l'una all'altra, dove su ognuna si consumano esistenze e secoli.

cambiamo disco, facciata numero tre. ad aprirla i francesi orient-express, duo interessantissimo formato da erik baron e pascale jakubovski. il pezzo si intitola "in articulo mortis" ed è un gioiello di genialità musicale e gusto per l'orrore. erik e pascale hanno pubblicato da poco una stupenda cassetta intitolata "cocktail molotov", un campionario perfetto di musiche eccellenti che nessuna radio fm penserebbe mai di trasmettere.

da milano arrivano i weimar gesang: paolo mauri, fabio magistrali e donato santarcangelo. un trio ben conosciuto ed apprezzato, per "f/ear this!" hanno preparato una versione martellante di "light tight place" originariamente contenuta nel loro terzo album "no given path". gran bel suono, molto moderno e gustoso.

gran contrasto di atmosfere con la seguente "it was july...", una poesia tratta da "tropical depression" e letta dall'autrice annie anxiety. in sottofondo, il pianoforte di cecila dobner, giovanissima, alle prese con un'improvvisazione dai toni tesi e notturni.

gregorio bardini è un giovane musicista di revere, vicino mantova, diplomato al conservatorio di parma e studioso di esoterismo. ha partecipato all'attività di formazioni piuttosto speciali quali thelema, kinoglaz e gli americani tuxedomoon. in "f/ear this!" è presente una sua composizione breve ma molto intensa "invocazione di giuliano kremmerz", nella quale il flauto si trasforma in una serpe che striscia tra rumori e voci misteriose.

in italia per la prima volta la scorsa estate, mark cunningham e lucy hamilton, vale a dire i don king, si sono dimostrati due tra le figure più enigmatiche ed indefinibili della nuova scena di nyc. mark suona la tromba dall'età di sette anni. nel 1975 assieme a sumner crane e lucy hamilton (uno pseudonimo, come lo erano allora china burg e don burg) fondò i mars, una delle band capostipite della no-wave della costa est. usando come supporto una serie di nastri contenenti registrazioni aleatorie di duncan lindsay, toni nogueira, clint ruin, roli mosimann ed arto lindsay i due hanno tenuto una serie breve di apparizioni nel nostro paese: dal loro concerto di padova è tratta "fern gully", una composizione ipnotica ed inquietante.

ancora da new york arriva doctor nerve, un ottetto di jazzisti pazzi e devianti. in "unna", registrata dal vivo al mitico cbgb's, danno un esempio di rara insania musicale maltrattando strumenti, spartiti e prime file. fondatore e leader del gruppo è nick didkovsky che, nella successiva "when hands fall", si lascia andare ad una lunga ed appassionata dichiarazione d'amore per la sperimentazione musicoambientale. registrata dal vivo durante una memorabile all-night performance al loft di monaco in compagnia della splendida limpe fuchs, "when hands fall" fa parte della colonna sonora di una piéce sofferta giocata su silenzi, attese e suoni improvvisi.

la quarta facciata di "f/ear this!" è anche la più inaccessibile. ad aprire le ostilità gli inglesi nurse with wound, punta di diamante di certa avanguardia elettronica cattiva d'oltremanica. attivi da una decina d'anni e sempre in prima linea, i nurse with wound sono un open group che ruota attorno alla figura di steven stapleton, vero genio della trasgressione sonora. la loro "ship of the dead" rappresenta un modo di affrontare la paura con un ghigno sarcastico dipinto sulla faccia.

lo stesso ghigno disegnato sulle labbra dei francesi die form, ben conosciuti per le loro performance crude e violente. in "fear of my hands", composta per l'occasione, philippe fichot, leader e fondatore del gruppo nonché del più grande progetto multimediale bain total, frantuma il comune senso del termine "ascolto".

gli inglesi possession si fecero notare un paio d'anni fa per un bel'album d'esordio, assai ben accolto dalla critica. qualche apparizione, poi il silenzio. due anni dopo ritroviamo stephen thrower, che dei possession era uno dei fondatori, assieme a peter christopherson (ex-throbbing gristle) e john balance nei coil. stephen ha spedito per "f/ear this!" due composizioni e del materiale scritto e grafico.

i modenesi thelema sono uno dei gruppi italiani più difficili da analizzare: la loro musica è apparentemente immediata ma nasconde aspetti curiosi. i componenti del gruppo non hanno voluto fornire indicazioni su chi abbia effettivamente partecipato alla registrazione del brano "j. c. s. - a pagan ritual", rifacimento sanguinolento del tema dal film "jesus christ superstar". un ringraziamento particolare va alla loro etichetta spittle, che non ha messo i bastoni fra le ruote alla partecipazione a questa iniziativa (i contratti, si sa, sono contratti...).

in chiusura, il gruppo paroksi-eksta, formato dai fratelli giancarlo e massimo toniutti, giuliana stefani e daniele pantaleoni. i quattro hanno idee da vendere e paura da fare...

"f/ear this!" è dunque formato da questi due dischi e da un libretto di 28 pagine contenente sia materiale spedito assieme ai nastri dai vari musicisti partecipanti che immagini e testi tratti dagli archivi della trax abilmente assemblati da vittore baroni. alcuni musicisti che hanno spedito del materiale purtroppo sono rimasti fuori: la raccolta dura due ore ed era tecnicamente impossibile far stare altra musica nei due dischi pubblicati, ed economicamente era fuori discussione l'aggiunta di un terzo album. desidero ringraziare comunque plasticost, rivolta dell'odio, capers, funkwagen, massimo giacon, mimì colucci e fox per la loro generosità.

 

      (n. 1-3)

      (n. 4-6)

(n. 7)

dal booklet "f/ear this!" a cura di vittore baroni (n. 6 e n. 7 non utilizzate nella versione originale)

 

[ritorna alla pagina principale / back to main page]