luna nera
(demo 1981)

gli eroi sono morti

la notte è troppo buia, meglio stare fuori
lascia stare kid, cambiamo aria
luce lampeggiante niente caldo o rumori 
stringi la mia mano, accendiamo i cuori 
come un labirinto strano
è un cerchio inutile
che inchioda sul muro i miei pensieri
le corde sono rotte, oggi è come ieri 
dopo il vento l'onda è rimasta 
nessuno adesso mi può dire basta
voglio tutto il tempo che resta
tutto il tempo che ho nella testa
i passi controllati dentro questa scena 
la faccia contro il muro
mi sento rovesciata 
non riesco più a sentirmi sono uscita senza di me 
la cosa è iniziata, un nuovo motore è qui con me 
un futuro lo afferri comunque
cercando il fuoco dei desideri 
gli eroi sono morti
i morti sono veri
io nella notte

come un gioco di bambina mai toccato per davvero
come passa il giorno senza me, strano gioco di follia
come notti sempre nuove resta fermo nella mente
così posso ritrovarti con le dita nei pensieri
come tracce di altri sonni faccio fuori la paura
il motore gira giusto: sono proprio io nella notte
prendo fiato, le mani aperte
com’è dolce darsi tempo
così posso ritrovarti sottovoce nella rabbia
bambina davvero aspetto il mio presente
giochi nuovi, le risa, tu che mi vuoi di più
occhi sparsi, la luce
senti chiudi la mia testa
senza fiato la mente, ruba in fretta l’occasione
i sogni cambiati, seguo piano la mia voglia
tu che giochi sul filo, e in fondo non mi cerchi
senza soste la corsa, le carezze parlano
io so, non mi sogni
io non ti cerco

 

 
     


a/b cassetta (1982)
 
no future

il sole scalderà gli ultimi piani
sotto casa c’è disperazione
se guardo il muro oltre l’insegna
ci vedo il fumo che si sta agitando
sotto la nostra lingua muta
il vecchio cine spento ormai da anni
le scale e i nervi sempre sconnessi
un nuovo inverno per combattere
nuovo messaggio da stelle lontane
sotto la nostra lingua muta
no dreams, no future
no dreams, no future
lo spazio intorno è già sparito
io vivo nell’europa abbandonata
non piove mai, non piove mai più
il mio futuro è già finito
sotto la nostra lingua muta
no dreams, no future
no dreams, no future
last blues (testo di c. pavese, musica e arrangiamenti: franti)

it was only a flirt
you sure did know
someone was hurt a long time ago
all is the same
time has gone by
someday you came
someday you'll die
someone has died a long time ago
someone who tried
but didn't know

 

   

  
luna nera  (cassetta 1982, lp 1984)

franti è un personaggio del libro "cuore". franti è un progetto (ideato e realizzato a partire dal 1976) di un gruppo musicale a formazione variabile che sperimenta varie forme espressive senza nessuna concezione o reverenza verso qualsiasi "stile" o "moda". questo progetto è radicato dentro una partecipazione attiva con tutte le manifestazioni politico/musicali che si pongono contro la mercificazione e annientamento da parte del sistema di potere delle nostre lotte, sogni, rabbia. franti è anche la ricerca di un'utopia concreta: l'organizzazione di un posto autogestito per poter provare, fare concerti, registrare e produrre la musica. in questi anni molto spesso ci siamo trovati quasi completamente isolati, in quanto la maggior parte dei gruppi sono dentro la logica professionistica e del controllo sulla musica e sulla gente da parte del denaro. aver messo in circolazione le nostre tapes autoprodotte ci ha permesso di contattare altre situazioni (come i punx anarchici) che ci fanno sperare in un inverno diverso per noi: la possibilità di momenti di autogestione, di continuare la lotta. chiunque volesse mettersi in contatto con noi per scambi di idee, aiuto, bevute, ricevere cassette, lo deve fare: questa è per noi forse la cosa più importante.

no future

il sole scalderà gli ultimi piani
sotto casa c’è disperazione
se guardo il muro oltre l’insegna
ci vedo il fumo che si sta agitando
sotto la nostra lingua muta
il vecchio cine spento ormai da anni
le scale e i nervi sempre sconnessi
un nuovo inverno per combattere
nuovo messaggio da stelle lontane
sotto la nostra lingua muta
no dreams, no future
no dreams, no future
lo spazio intorno è già sparito
io vivo nell’europa abbandonata
non piove mai, non piove mai più
il mio futuro è già finito
sotto la nostra lingua muta
no dreams, no future
no dreams, no future
joey (testo di b. bettelheim, musica e arrangiamento: franti)

joey riusciva a trasformare i giochi che aveva a scuola
in macchine distruttive e pericolose.
le altalene diventavano macchine da demolizione  
in cima alle quali, o al jungle-gym egli passava ore ed ore 
ad imitare i rumori delle macchine.
preachin’ blues (di r. johnson, arrangiamento: franti)

ero sveglio stamattina
tutti i miei blues camminavano come un uomo
blues angosciato
dammi per favore la tua mano destra
il blues mi ha buttato a terra, mi ha fatto a pezzi
continua a viaggiare, povero bob
non puoi tornare indietro
il blues è un brivido profondo che ti scuote
il blues è la malattia di un vecchio cuore dolente
è la consunzione, mi uccide piano piano
lasciateci sentire ora

c’è una potenza nella parola
parola, lingue
state sentendo, lasciateci sentire ora!
se non ho una parola posso solo mostrarmi
ma sono opaco
opaco, opaco, opaco, opaco, opaco
opaco, opaco, opaco, opaco, opaco
ma, fino a quando? ma, fino a quando?
scavate in fretta! creusez!
scavate in francese, in arabo
scavate in russo, corso, giapponese, in laotiano, svedese
scavate in tedesco, basco, in sardo, armeno ed aramaico
scavate in ungherese, bahasa indonesia, in olandese
serbo-croato e sloveno, catalano, in macedone
scavate in turco e in spagnolo, tagalog
scavate in italiano e in greco
in curdo, moldavo, polacco, lituano e georgiano
scavate in portoghese e in gaelico
norvegese e in ruanda, vietnamese
scavate in bantu e mandingo uolof e friulano
scavate nella parlata di pechino
scavate
sento la mia anima gridare da quelle macerie
una scarpa
una calza
un servo
io nella notte

come un gioco di bambina mai toccato per davvero
come passa il giorno senza me, strano gioco di follia
come notti sempre nuove resta fermo nella mente
così posso ritrovarti con le dita nei pensieri
come tracce di altri sonni faccio fuori la paura
il motore gira giusto: sono proprio io nella notte
prendo fiato, le mani aperte
com’è dolce darsi tempo
così posso ritrovarti sottovoce nella rabbia
bambina davvero aspetto il mio presente
giochi nuovi, le risa, tu che mi vuoi di più
occhi sparsi, la luce
senti chiudi la mia testa
senza fiato la mente, ruba in fretta l’occasione
i sogni cambiati, seguo piano la mia voglia
tu che giochi sul filo, e in fondo non mi cerchi
senza soste la corsa, le carezze parlano
io so, non mi sogni
io non ti cerco

le loro voci

poco sole, pochi i giochi
i bambini guardano su
una scia graffia il cielo
occhi scuri cercano un sé
inventa madre, tu che sei dolce
storie impaurite di felicità
presto il sonno ci prenderà
suoni lievi la tua voce
quattro di mattina, piove piano
me li vedo i marciapiedi trasparenti, il buio e i neon
è solo un altro giorno
ti svegli e sei dentro un sogno
mi dici dormi, guardi l’ora
una piega cancella il tuo viso
suoni lievi la tua voce
una mano conta i minuti
respira storie di gioia bruciata
una mano tatuata sul palmo
è fredda, è notte, è beirut
sembra una notte come tante
ruba ancora aria lì fuori
occhi feroci uccidono il giorno
forse domani solo una foto
mani, le mie, mani su beirut
taglio di luce spezza il sorriso
mani, le mie, mani, il cuscino
la fine del sonno è dentro
sembra una notte come tante
quasi sento gridare qua sotto
sì, lo so, è molto lontano
anche la strada è sempre uguale

chiara realizzazione di ryonen

sessanta volte
gli occhi hanno visto mutare l’autunno
abbastanza ho parlato del chiaro di luna
non domandare altro
ascolta la voce dei pini
quando non c’è nemmeno un alito di vento

 

only a new film

when all the things are turning around
and let no way out for you
and the intermitting blue headlights
climb up our damp streets
all around our houses
keep me a place and please sit down
i didn't sleep just awaiting on you
everything is going through the phone
on unchangeable tapes
they're talking to you
only a new film
only a new film on the tv screen
listen to them, they're saying heroine
try only to be my neighbour
you make some money
have posters on your walls
they're threading their hands into my oven
they are playing the nazi doctors with us
they're talking to you
only a new film
only a new film on the tv screen


quando tutte queste cose ti girano attorno
da non lasciarti via d’uscita
e le luci blu intermittenti
risalgono le nostre umide strade
tutt’attorno alle nostre case
tienimi un posto, e per favore siediti
non ho chiuso occhio sempre per aspettarti
tutto sta correndo dentro il telefono
le voci su nastri inalterabili
ti stanno parlando
solo un nuovo film
solo un nuovo film alla televisione
ascoltale: dicono di eroina
cerca solo di essere il mio vicino di casa
puoi fare un po’ di soldi
avere qualche poster sui tuoi muri
stanno infilando la loro mani nel mio forno
giocano ai dottori nazisti con noi
ti stanno parlando
solo un nuovo film
solo un nuovo film alla televisione
   

franti / contrazione split lp (1983)

franti e contrazione: qualcuno si chiederà come mai due gruppi che fanno musica così diversa si sono messi a fare un disco assieme. per una volta tanto il denominatore comune non è il tipo di musica ma quello che si vuole esprimere e comunicare con essa, rompendo quella logica quasi standardizzata che vuole i gruppi prendere iniziative insieme a partire dalla loro similitudine musicale. come se la musica fosse una vernice che prescinde da chi la usa e da come la usa. per noi invece questa collaborazione è stata essenziale, perché così facendo speriamo di arrivare a canali ai quali probabilmente non saremmo mai arrivati. questo non vuole essere un discorso commerciale, ma un discorso di livelli di comunicazione, ovvero un passo in avanti perché non ci si fermi alle etichette, ai simboli, e arrivare finalmente ai contenuti e confrontarsi su di essi. questo disco è completamente autoprodotto dai due gruppi che vi compaiono. in un mondo organizzato e schiacciato dalla logica del profitto e del potere, punti fondamentali per rompere le regole sono l'autogestione e l'autoproduzione: creare e autogestire collettivamente sale prove, sale di registrazione, strumenti, la riproduzione e la distribuzione di materiale sonoro, stampato, etc. vuol dire tagliare le mani agli speculatori e agli affaristi.
crediamo che la lotta per l'autogestione non può che coinvolgere direttamente le tue scelte, i tuoi percorsi, la tua coscienza: è la tua vita che suona e non soltanto da un palco. questo deve significare immaginare e praticare modi di vivere antagonisti e contrapposti a quelli stabiliti. questa è solo una premessa per mettere in chiaro lo spirito e la rabbia con la quale ci siamo imbarcati per fare questo disco, che non è noi ma una riproduzione e, per fortuna, neanche fedele, visto che le cose sono in movimento.
questo disco è un'iniziativa di lotta per continuare ad ampliare il raggio e la forza di chi vuol essere irriducibilmente vivo.
 

gates of eden (di b. dylan, arrangiamento: franti)

i paesi imperialisti che si sono spartiti il mondo
riempiono di arsenali e soldati ogni angolo della terra
organizzano guerre di teatro
mobilitano le truppe dei paesi satelliti come l’italia
libano, iran, afghanistan, el salvador, falklands
tutto questo è molto vicino
è nelle nostre vite di tutti i giorni
muoversi subito, e attivamente
ritiro delle truppe dal libano
sputtanare definitivamente la teoria delle trattative urss-usa
nessun missile a comiso né da nessun’altra parte
no alla merda nucleare
che è solo un’altra faccia dell’economia di guerra
disarmo unilaterale
chiudere le fabbriche di morte
l’italia è il quarto paese esportatore di armi
ma, soprattutto, controbattere punto su punto
la propaganda patriottarda e nazionalista di craxi & co.
la spesa pubblica è stata drasticamente ridotta
per dirottare miliardi sulle spese militari
questo vuol dire più disoccupati
meno servizi sociali
restringimento degli spazi e militarizzazione della società
fermiamo wodka e cola!

questa è l’ora

questa è l’ora che odio il mio giorno
questa è l’ora
questa è l’ora che odio il mio giorno
questa è l’ora
questa è l’ora del buio sui volti
questa è l’ora
questa è l’ora del buio sui volti
questa è l’ora
questa è l’ora di notte e riposo
questa è l’ora stanca di tutto
questa è l’ora che non voglio più niente
massacro, lavoro, soldi, sconfitta
questa è l’ora di accendere un fuoco
fuoco che bruci ogni confine
fuoco che bruci ogni attesa
fuoco che bruci ogni ora negata
adesso è l’ora
adesso è l’ora
adesso è l’ora

voghera

due pietre cadono sulla porta d’acciaio invisibile
due ore nate per caso, morte ogni giorno
vetri che fanno il respiro affannoso
l’armadio rotondo tocca il cielo/soffitto
il giorno e la notte aperti dai muri
e la pelle coi loro rumori
l’amore, i fini capelli dei bimbi
rosso ferro nelle unghie
e rompi la matita
testarda lei capisce il tempo
tu ne sei fuori e dentro
e la voce si stanca più in fretta di quando non sai
di quando non sai
ieri qui, qui fuori, c’eri anche tu
oggi qui dentro sei tutto
e tu
due ore nate per caso, morte ogni giorno
adesso corri
corri
corri
il letto non parla
lascia fare, lascia sognare
adesso corri

quesiti da sciogliere

fra i raggi della moto
si impigliarono i capelli di una rana saggia
e impazzì
tornò su quelle strade, e ci rimase per molto tempo
ai bordi, a guardare sfrecciare le moto di ieri
solo le zampe umide ogni tanto sanguinavano
ma gli occhi non si abbassarono mai
prendi l’urlo
prendi quesiti da sciogliere, da trasformare in te
non oppose resistenza ai poliziotti
era già morta
e le impronte rosse delle sue zampe rimasero lì
ad aspettare un’altra sera
a coprire con dolcezza la vita

prete, croce, sedia e morte

danza il tempo nelle gabbie
guardami
guardami
il prete col cristo mentre piove
guardami
guardami
ogni luce sta morendo
ride la guardia nel sonno
fuori è un altro giorno, un sogno
oggi non mi sveglierò
amore perso cancellato
foto nel buio sulla fronte
guardami
guardami
il prete col cristo mentre piove
guardami
aiutami
ogni luce sta morendo
ride la guardia nel sonno
fuori è un altro giorno, un sogno
oggi non mi sveglierò
danza il tempo nelle gabbie
guardami
guardami
ogni luce sta morendo
oggi non mi sveglierò



testo di "non è un posto" (canzone inedita), da un volantino del 1985 

il giardino delle quindici pietre lp (1986)

il battito del cuore (testo di l. k. johnson, arrangiamento: franti)

profonda nella profondità dell’angoscia
è dove la ricerca deve tuffarsi, ardere
giù dove il suono è l’eco del ventre della terra
giù profondamente dove la collera cresce violentemente
la voce dev’essere ardente come il lampo
illuminando il cielo come la luna
scorrendo negli angoli scuri
mostrando il nemico e le sue mosse volgari
forte come il tuono, calda
il cammino non può essere che di sangue
la canzone del fango rappreso nel sangue morente
si aggrappa alla vita
pur morendo, vivendo il dolore
la fine non può essere che dolce, definitiva

l'uomo sul balcone di beckett

dove andranno le auto che passano?
dove finisce tutto il traffico?
il mio vicino sta in casa da sei anni
cerca sua moglie dentro le stanze
spesso se apro le mani mi cade qualcosa
cerco in terra ma poi dimentico cos’è cascato
spesso mi siedo dietro la ringhiera
a guardare dietro i vetri abbassati delle macchine
ieri al telefono c’era quell’uomo
hai visto mia moglie? e così e così
e io dico: c’è ancora la terra sotto i marciapiedi?
al tramonto il cielo è viola tra le case
come qualcosa di grande
come un grido che muore in gola
credo sia una nuova preistoria
nella notte passano altre auto
i fari illuminano tra le persiane
ma poi finiscono e poi ricominciano
una volta un tizio si è fermato e ha urlato verso la mia finestra
da che parte per uscire di città?
sono rientrato e mi sono messo a letto
ho sognato di sentire una chiave aprire la mia porta

nel giorno secolo (testo di mario boi)

nel giorno secolo a cui siamo diretti
vacillando su queste gambe
ci sarà un posto d’erba e di terra
su cui non peserà l’ombra che ci spaventa
su cui non cadrà la maledizione dei fabbricanti
sui giorni non passerà il rimprovero religioso
avremo finestre in faccia alla luce
non prigioni

big black mothers
quando sono nato volavano negli occhi del dottore
piangevo così forte che le madri nere hanno detto:
bene ragazzo, vuol dire che staremo con te per un bel pezzo
e le ho viste negli urli di mio padre, le ho viste nelle mani del maestro
e le ho viste sopra l’ostia sulla lingua
e le ho viste dentro i lampi in officina
e le ho viste quando il sesso mi ha svegliato, sempre a chiedermi di più
fai strada ragazzo, non fermarti ragazzo, non impicciarti ragazzo
le loro voci nelle orecchie mi ricordano chi sono
mi ricordano a cosa servo e a chi servo
 

hollywood army

venite a girare nell’inferno che vivo
soldato e regista dello stesso paese
i figli per strada con pistole rubate
napalm che tuona e cade dal cielo
el salvador, nicaragua
con la faccia nel fango
amerikani imperialismo hollywood army
via lontano da qui
fuori
lontano da qui
vietnam nella fabbrica e dentro i campi
berretti verdi scendono a terra
la guerra dei padroni
guerra alla guerra
el salvador, nicaragua
con la faccia nel fango
amerikani imperialismo hollywood army
via lontano da qui

acqua di luna

sul bordo del fiume
senza me
gola stretta nelle sue dita
voci lontane dietro le luci
voci
voci guardano me
mare fa segni su di me, pieghe fonde
gioco senza perché
volo di ieri
oggi è qua, accompagna la sera
ma dove va?
ma dove va?
sale la piena
torna il giorno
non andare via adesso
io sto aprendo le tue mani
ritaglio la porta 
dove sei?
braccia di paura, così spersa
allora è solo un fiume di pianto
posso dare forze ancora?
posso stare ancora a guardare?
puoi fermare altre vite?
puoi ancora togliere sguardi?
tutto mi avvolge
lui mi guarda
adesso è qui con me
sono nebbia le ore, sono sorelle 
se per mano corre la strada
cosa puoi dirmi? 
non ti sento
cosa puoi dirmi? 
non mi ascolti
cosa vuoi dirmi? 
sto aspettando
cosa vuoi dirmi? 
non c’è tempo

at 30 on the road
thinking that's the last time
searching something in my head
searching someone in my head
write write write write write
nothing but sand and broken bones
and the days i left behind
last forever in their hands
my only friends only friends only friends
big black mothers callin' me for lunch
big black mothers
i can't get up from my bed
at 40 I fell in love
thinking that's the last time
searching something to meet and touch
searching someone to meet and touch
lovin' me lovin' me lovin'me lovin' me
but in the darkness of my nights
they were flying over my bed
they were flying in my dreams
saying here we are, don't be sad
my only friends only friends only friends
big black mothers callin' me for lunch
big black mothers
i can't get up from my bed
at 60 in a rest house
thinking that's the last place
a lot of time for prayin'
a lot of time for sleeping
they're coming they're coming
they're coming they're coming
i saw their shadows on the walls
i heard them breathing in the air
the nurses were so kind
i was like a 90 pounds child
my only friends only friends only friends
big black mothers callin' me for lunch
big black mothers
i can't get up from my bed
a trent’anni sulla strada
pensando questa è l’ultima volta
cercando qualcosa nella testa
cercando qualcuno nella testa
scrivi, scrivi, scrivi, scrivi, scrivi
nient’altro che sabbia ed ossa rotte
e i giorni che ho lasciato indietro
lasciati per sempre nelle loro mani
mie uniche amiche uniche amiche uniche amiche
grandi madri nere mi chiamano per il pranzo
grandi madri nere
non riesco più ad alzarmi dal letto
a quarant’anni innamorarsi
pensando questa è l’ultima volta
cercando qualcosa da incontrare e toccare
cercando qualcuno da incontrare e toccare
che mi ami, mi ami, mi ami, mi ami
ma nel buio delle mie notti
stavano volando sul mio letto
stavano volando nei miei sogni
dicendo eccoci, non essere triste
mie uniche amiche uniche amiche uniche amiche
grandi madri nere mi chiamano per il pranzo
grandi madri nere
non riesco più ad alzarmi dal letto
a sessant’anni in una casa di riposo
pensando questo è l’ultimo posto
un sacco di tempo per pregare
un sacco di tempo per dormire
stanno venendo, stanno venendo
stanno venendo, stanno venendo
ho visto le loro ombre sul muro
ho sentito il loro respiro nell’aria
le infermiere erano così gentili
ero come un bambino di quarantacinque chili
mie uniche amiche, uniche amiche, uniche amiche
grandi madri nere mi chiamano per il pranzo
grandi madri nere
non riesco più ad alzarmi dal letto
   
nel salto dell’ascia sul legno mini-lp (1987)
1.

auto sfreccia
il tempo
in un respiro
di vento

2.

d’esistenza
fioco simulacro
l’eco si appresta al capezzale
dal limo profondo, nelle nostre stanze
di immensi fiumi celati
e le viole del mattino
fra le ombre
col sole

3.

a volte mi taglia
la strada l’ombra
delle ore e come asma
mi prende al fiato
parole mi premono
e nei porti
ancora gabbiani
misurano nelle scie degli scafi
i profumi del mondo

4.

senti la neve che cade
dietro i muri
dalle galere fuggono
nel sole
i sogni

5.

di memoria operaia sono pieni solo quei buchi
che dimenticati restano lontani alla luce
copre sudore che copre rovina
le nostre ombre
taylor, maledetto in eterno!
maledetto il nome tuo marcio
intelletto
dai muri graffiati
le nostre ombre
graffiti osceni ai tuoi occhi di spia
fra rovine di fabbriche
petroliere tagliate il mondo
come crocefissi ai muri
pietre spaccate
6.

con gli alberi cadranno i pensieri
e presto
vedremo nelle tenebre
che il tempo delle nostre parole
ha seccato la terra

7.

le foglie larghe
cadono gialle
l’autunno miete frutti nel cuore delle cose
io amo queste brevi giornate

8.

se c’è un senso nell’acqua 
quando scorre
mentre cade la pioggia
chiaro il legno cresce
e la luna fa bianca nel buio l’ombra degli occhi
sopra le lacrime

9.

...e aprire le porte
mentre chiaro sale nel vento
il suono del canto
che penetra la vita
come i sorrisi nel buio
che spezzano il cristallo duro
dell’anima

 

   

il lungo addio cd (1999)

non sarà

non sarà la nostra voce
non sarà dai nostri sogni
le parole, il nostro fiato e le luci ai confini
fra la sabbia, in fondo al cuore vecchie foto
le radio nelle stanze quando il giorno crescerà
con la pioggia nel cuore
quando il giorno morirà senza buio ne' tempo
quando la luna giocherà
con gli occhi e le stagioni
quando la luna mostrerà agli occhi l'altra faccia
salvami il nylon sulla pelle, stringimi
con l'aria muore il giorno
quando il cielo leggerà l'orologio del vento
quando il cielo leggerà negli squarci la fine
aquile argento e oro bruciano le ore
ai cancelli dell'anima, alla fine dell'odio
solo il buio dentro ai bar
accanto alle autostrade
quando il tempo finirà accanto alle autostrade
quando il cielo leggerà negli squarci la fine
quando il vento sentirà nel silenzio la fine
non sarà la nostra voce
non sarà il nostro fiato non sarà questo amore
non sarà, lo sai, questo amore
non sarà questo amore

fino a quando

fino a quando
fino a che io ti vedrò oltre lo schermo
fino a quando
fino a che gli occhi della gente guarderanno i tuoi striscioni
la vita non è ancora mia, la vita
la vita non è ancora mia, la mia vita
fino a quando, fino a che ci piegheremo
per sussurrare il tuo nome
il sudore della mia fronte non ti ucciderà scende già lento
non sento ancora le mie parole
ferma al semaforo rosso
tutti in piedi a battere le mani
anch'io che non ho le mani
fino a quando
fino a che io ti vedrò oltre lo schermo
fino a quando, fino a che ci piegheremo
per sussurrare il tuo nome
non sento ancora le mie parole
ferma al semaforo rosso
tutti in piedi a battere le mani
anch'io che non ho le mani
tutti seduti a guardare la vita
la vita che passa

un sorriso nella voce

no, io non tornerò
di nuovo nel passato non vi seguirò
per la mia strada, per la mia vita
viene primavera e non è mai finita
fuori dall'inverno, ancora nella luce
ancora primavera e no, non è finita
no, non vi ascolterò
e sul mio dolore non mi fermerò
i mobili in cortile di nuovo getterò
di bianco la mia stanza colorerò
fuori dal copione che brucia la mia vita
ancora l'aria chiara e no, non è finita
per la mia strada, per la mia vita
viene primavera e non è mai finita
fuori dall'inverno, ancora nella luce
ancora primavera e no, non è finita
i mobili in cortile di nuovo getterò
di bianco la mia stanza io colorerò
fuori dal copione che brucia la mia vita
ancora l'aria chiara e no, non è finita

ogni giorno

vento che fa paura
strade che si allungano
dagli occhi il cuore e le mani
io che non dormo per non perdere il tempo
e libertà soffocate
la luce dal tetto del cielo
vento che non fa più paura
é pioggia che sta arrivando
e parla coi vetri e i cortili
scende sul vento
senza confini
seduta le spalle al cielo
il giorno che nasce
seduti le spalle al muro
io che nasco e muoio un po' ogni giorno
io che non dormo per non perdere il tempo
e libertà soffocate
la luce dal tetto del cielo

buio in tasca

battete le mani, lo show è finito
la luna si è spenta, dov'è?
cerco le mani il sogno è acceso
ma il posto, il posto dov'è?
il buio in tasca
sputiamo il dolore contro di noi, perché?
posiamo la vita, guardiamo il tempo
alle spalle un rumore, cos'è?
aspetta è solo una carezza
giusto o sbagliato
non so
è sabbia nei pugni il tempo che resta
ma tienimi con te
tienimi con te
un profumo perduto, le strade lavate
ma se provo in piedi ci sto
batto le mani, lo show non è finito
ma il sipario si è chiuso qui
non ci sono regine
solo api operaie che volano
ogni pietra colorata non va più al suo posto
ma dammi la mano, dov'è?
dammi la mano, dov'è?
ascolta è solo una carezza
giusto o sbagliato
non so
è sabbia nei pugni il tempo che resta
ma tienimi con te
tienimi con te
tienimi con te
con te

senti

senti
la neve cade già dietro muri, dietro sbarre
dalle galere fuggono occhi e mani
vanno nel sole i sogni
volano nel sole i sogni
senti
come volti dal televisore
vengono all'alba
ridono all'alba
fuori sulla pietra fumo sale piano
senza più tristezza ormai
urla senza nome in noi
senti
senti
come rabbia che cresce piano in te
senti
senti
senti
senti

   

    
le copertine interne dei due cd di "non classificato", edizione originale blu bus (1992)

     
il volantino allegato alla prima edizione della cassetta "luna nera" (1983), e l'aggiunta per la ristampa (1984)

 


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