Lodi 20.5.1897 da Stefano e Adalgisa Fochi - Barcellona 5.5.1937.

Domiciliato a Reggio Emilia, lo scoppio della guerra lo trova in Svizzera, dove si è recato in vacanza con la madre per perfezionare il francese. Qui conosce Luigi Bertoni e ha modo di farsi un'idea della situazione del paese; ne troviamo una traccia nell'art. "Effetti di guerra in un paese di pace" che scrive per La Folla di Paolo Valera.
Nel 1916 tenta di fondare l'Unione antimilitarsita studentesca, collabora alla stampa anarchica, lascia la Federazione giovanile socialista e si trasferisce ad Arezzo. L'anno dopo, ancora minorenne, sposa Giovanna Caleffi, ex allieva della madre alla Magistrale di Reggio. Chiamato alle armi, viene espulso dall'esercito come sovversivo, ma poi viene nuovamente incorporato e continua la sua attività politica, collaborando tra l'altro a diversi giornali anarchici e stabilendo rapporti con gli anarchici d'ogni parte d'Italia. Iscrittosi all'UNI di Firenze è allievo di Gaetano Salvemini e si laurea nel 1922. Insegna storia, filosofia e pedagogia a Camerino e a Macerata, collabora a La Rivoluzione liberale di Pietro Gobetti e a Non Mollare dei fratelli Rosselli. Nel 1926 si stabilisce in Francia, dove viene raggiunto dalla moglie e dalle figlie. Nel 1928 a Marsiglia pubblica "Lo spionaggio fascista all'estero". Nel 1929 in Belgio viene arrestato con l'accusa di voler attentare alministro fascista Alfredo Rocco, ma l'attentato è una trappola che gli ha teso la spia fascista e provocatore Ermanno Menapace. Condannato a 4 mesi di carcere è espulso dal Belgio e man mano dagli altri Stati europei. Riottiene il permesso di ristabilirsi in Francia nel 1935.
Nel 1936 è a Barcellona, fonda la sezione italiana edell'AIT, poi prima come miliziano, in seguito come commissario politico della Sezione italiana della Colonna Ascaso e correspnsabile delle emissioni in italiano della radio-Barcellona. Pubblica Guerra di classe dal 9 ottobre 1936. Si oppose alla militarizzazione e all'entrata della CNT nel governo, senza comunque condannare i ministri anarchici, con la speranza che potessero far avanzare la causa rivoluzionaria: nell'aprile 1937, in una lettera aperta a Federica Montseny, richiede una sua presa di posizione chiara contro le manovre dei comunisti e dei loro alleati. A Radio Barcellona, la sera del 3 maggio 1937, commemora Antonio Gramsci, morto una settimana prima in carcere in Italia. Il 5 maggio, una pattuglia della polizia lo arresta nella sua abitazione insieme a Francesco Barbieri e nella nottata vengono trovati crivellati. I comunisti-stalinisti rivendicano inzialmente l'assassinio.

Autore di molti articoli, e tra le pubblicazioni ricordiamo almeno "Mussolini gran attore" e "Mussolini alla conquista delle Baleari" (per una bibliografia completa vedi DBAI).
Collaboratore anche della stampa anarchica in Svizzera: Risveglio anarchico di Ginevra, Almanacco libertario pro vittime politiche di Ginevra, Vogliamo! di Biasca.

Né à Lodi (Italie) le 20 mai 1897, mort à Barcelone le 5 mai 1937.
Jeune socialiste, Berneri se trouvait en Suisse pour perfectionner son français lorsqu’éclata la Première Guerre. Il fit à Genève la connaissance de Louis Bertoni. De retour en Italie, il poursuivit sa propagande antimilitariste mais passa trois ans à l’armée, ce qui ne l’empêcha pas de se marier en 1917 (voir Giovanna Caleffi Berneri) et d’entreprendre des études de philosophie. Il collaborait très activement à la presse anarchiste, débattant en particulier avec Luigi Fabbri et Errico Malatesta sur la nature de l’URSS et sur le syndicalisme.
En avril 1926, il s’exila à Nice où il resta jusqu’au début de l’année suivante ; puis, avec sa femme et leurs deux filles (voir Marie Louise et Giliane Berneri), ils s’établirent à Saint-Maur-des-Fossés en banlieue parisienne. Berneri se consacra alors à dénoncer les infiltrations fascistes dans les milieux exilés, dont il sera lui-même victime.
Arrêté une première fois en avril 1927, après la conférence internationale de L’Haÿ-les-roses (voir Makhno, ainsi que la participation de Berneri au débat sur l’organisation), il fut dès lors étroitement surveillé par la police. Le 11 décembre 1928, il fut expulsé de France et, jusqu’en 1930, ne cessa d’être harcelé par les polices belge, française, hollandaise, allemande et luxembourgeoise, au cours d’exils et de séjours en prison successifs. Il n’obtint de permis de séjour en France qu’en 1935, peu avant de partir pour l’Espagne. Il continuait toutefois de publier abondamment dans la presse anarchiste de langue italienne, en Suisse, aux Etats-Unis et en France.
Après plusieurs voyages en Espagne, il s’établit à Barcelone où il créa la section italienne de l’AIT et participa à la création de  la section italienne de la colonne Ascaso, dont il fut délégué politique. Il ne resta pas longtemps au front ; de retour à Barcelone il prit en mains les émissions en italien de la radio et, depuis le 9 octobre 1936, publia l’hebdomadaire Guerra di Classe. En novembre, il s’opposa à la militarisation et à l’entrée de la CNT au gouvernement sans toutefois condamner les ministres anarchistes, gardant l’espoir qu’ils fassent avancer la cause révolutionnaire : en avril 1937, dans sa lettre ouverte à Federica Montseny, il réclamait une prise de position claire conre les manœuvres des communistes et de leurs alliés. Le 5 mai 1937 au soir, une patrouille vint arrêter chez eux Berneri et son ami Barbieri ; leurs cadavres furent retrouvés dans la nuit.