Cantiere biografico
degli Anarchici IN Svizzera








ultimo aggiornamento: 21/09/2024 - 18:22

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ARRIGONI Enrico (« Frank o Enrique BRAND », « Harry GONI

Panettiere, operaio meccanico ed edile, carpentiere, pubblicista.



Ouvrier boulanger, métallurgiste et du bâtiment, écrivain



Bäcker, Metall-und Bauarbeiter, Schriftsteller, Herausgeber



 Enrico Arrigoni - Anarcopedia

Pozzuolo Martesana (MI), 20.2.1894 da Luigi e Giuseppina Bianchi – New York City 7.12.1986.

"Sono diventato anarchico nel 1908, quando avevo quattordici anni ". Nel 1912 viene schedato dalla polizia per aver diffuso manifesti anarchici; amico di individualisti anarchici come Ghezzi* e Fedeli*.

Nel 1915 lavora in una fabbrica militarizzata, in cui promuove uno sciopero e per non essere arrestato riesce a fuggire nell'aggosto 1916 in Svizzera, a Ginevra GE, dove prende contatto con i compagni del Risveglio, ma pochi giorni dopo viene arrestato e condannato a 3 mesi per la manifestazione del 3 settembre dei "Jeunes socialistes" contro la guerra (accanto ad altri anarchici: Ustori*, Leonardi* e Fieramonte*). Con altri detenuti e compagni fa lo sciopero della fame e l'espulsione viene sospesa fino a dopo la guerra, ma probabilmente dovrebbe essere internato a Witzwil... Interverrà L. Bertoni* con una campagna per la sua liberazione, con esito positivo. Infatti, sarà liberato - con Fieramonte* Dario, Leonardi* E. e Ustori* Federico nel mese novembre o dicembre (già espulso dal Canton Ginevra il 12.9.1916) e lavora a La Chaux-de-Fonds NE. Si reca in seguito a Lucerna LU lavorando come tornitore per 3 mesi, poi a Zurigo ZH come operaio di fabbrica per 1 anno. Partecipa con i compagni a una manifestazione contro la guerra a fine '17.

Per non essere internato (come molti disertori stranieri) agli inizi del 1918 è intenzionato a raggiungere l'Olanda, ma viene arrestato nei pressi di Karlsruhe (Germania), dove viene incarcerato per diverse settimane; liberato si reca a Francoforte. In seguito a Berlino, dove vivacchia suonando il violino, e partecipa nel gennaio 1919 alle agitazioni degli spartachisti, occupando con altri italiani la redazione del giornale Vorwärts. In seguito "A qualcuno venne l'idea di mandare me e un altro compagno in Russia come prigionieri di guerra rimpatriati. Restammo in Russia per tre mesi. Si era all'inizio del 1919". Con Mario Mantovani* viene imprigionato con l'accusa di spionaggio e scarcerati grazie all'intervento di Angelica Balabanoff conosciuta in Svizzera. Attraverso Budapest, rientra in Italia per pochi mesi.

(Nel frattempo, nel giugno 1919, sarà processato in contumacia per l'affare delle bombe di Zurigo, e assolto.)

Infatti, si trasferisce nuovamente in Germania, a Berlino dove insegna italiano alla scuola Berlitz e con l'aiuto di R. Rocker nel 1920 è a Parigi e a Barcellona dove continua a militare attivamente. Poi emigra in Argentina.
A Buenos Aires conosce Abad de Santillan e si trattiene fino al 1921, lavorando come carpenitere. L'anarchico tedesco Kurt Wilckens riuscì a farlo salire su un mercantile diretto a Tampico. Dal Messico attraversò il Rio Grande e raggiunse gli USA nel 1922. In detenzione per 7 mesi, verrà espulso in quanto immigrato clandestino e costretto a rientrare in Italia, ma per poco: con l'aiuto di Malatesta raggiunge Parigi dove rimane fino al 1924, poi Cuba per alcuni mesi collaborando ad un giornale anarchico dell'Avana con lo ps di "Brand".
Nel 1924 si stabilisce dapprima a Orleans poi a New York sempre clandestino (con il nome di Frank Brand) lavorando come tornitore, collaborando a L'Adunata dei refrattari.
Rientra in Francia nel 1928 e nuovamente è a NY nel 1930. Tra il '28 e il '32 pubblica la rivista Eresia, collabora a Controcorrente di Boston, Intesa libertaria, all'edizione americana dell' "Unico" di Stirner (copertina di Fermin Rocker) e alle attività del Libertarian Book Club, cui consegnerà i suoi libri e collezioni.
Nel 1937 si reca per 5 mesi in Spagna - miliziano - come Enrique Brand: arrestato dagli stalinisti a Barcellona nel mese di maggio, detenuto al carcere Modelo, viene scarcerato grazie agli interventi di Emma Goldman, Abe Bluestein, Augustin Souchy e dal console americano, e potrà ritornare definitivamente negli USA.
Negli anni Sessanta sostenne la campagna (in Italia, Francia, Messico, Argentina) del suo amico Manuel Ferro che si contrapponeva all'opinione pubblica procastrista, per rendere pubblico l'oppressione del movimento operaio libertario.
Nel 1975 pubblica "Totalitarian Nightmare" negli USA, raccolta di satire amare sulla schiavizzazione del proletariato dell'URSS.

"Non è solo la questione organizzativa che ci separa dai comunisti anarchici. Abbiamo anche un'idea diversa di libertà. Per noi la libertà è il bene più grande, e con la libertà non facciamo compromessi. Perciò respingiamo qualsiasi istituzione che abbia anche una minima traccia di autorità. Comunque ogni anarchico deve seguire la tendenza che meglio si adatta alla sua piscologia. Per questo non sono contro i comunisti anarchici. Né ho l'intenzione di convertirli! L'anarchismo individualista non è meglio del comunismo anarchico. Dipende tutto dal carattere, dalla psicologia. L'anarchismo individualista va bene per me, ma non va bene per altri..."
"Sono probabilmente l'unico individualista che rimane oggi tra gli anarchici italiani"

(dall'intervista di Paul Avrich, 1972).


Enrico Arrigoni alias Frank bzw. Enrique Brand und Harry Goni (* 20. Februar 1894 in Pozzulo Martesano; † 7. Dezember 1986 in New York City),

Bäcker, Metall- und Bauarbeiter, Schriftsteller, Herausgeber, Individualanarchist.

Kam anläßlich der Proteste gegen die Hinrichtung Francesco Ferrers (13. Oktober 1909) zum ersten Mal mit Anarchisten in Kontakt. Bei Kriegseintritt Italiens brach er in einem militarisierten Mailänder Betrieb mit seinen Genossen Ugo Fedeli und Francesco Ghezzi einen Streik vom Zaun. 1915 oder 1916 floh er in die Schweiz. Bei einer Demonstration ge­gen den Krieg wurde er bei Genf verhaftet, in Witzwil interniert und nach einem Hun­gerstreik mit Dario Fieramonte u.a. aus dem Kanton ausgewiesen. Er arbeitete an­schließend in La Chaux-de-Fonds, Luzern und Zürich. Um weiterer Internierung oder Verhaftung zu entgehen, verließ er 1918 mit anderen Anarchisten die Schweiz in Richtung Holland, wurde aber in Karlsruhe aufgegriffen und für einige Wochen ein­gesperrt. Nach Ausbruch der Novemberrevolution ging er nach Berlin und war am Ja­nuaraufstand der Berliner Arbeiter beteiligt. Im Frühjahr 1919 reiste er mit Mario Mantovani nach Rußland, wo er als vermeintlicher Spion ins Gefängnis kam. Auf­grund der Intervention Angelica Balabanoffs entlassen, kehrte er mit Mantovani über Budapest nach Italien zurück. Da er dort immer noch von der Polizei verfolgt wurde, wandte er sich wieder nach Berlin, wo er an der Berlitz-Schule Italienischstunden gab. 1920 ging er mit Hilfe des Anarchisten Rudolf Rocker nach Paris und Barcelona und gelangte als blinder Schiffspassagier nach Buenos Aires, wo er sich bis 1921 aufhielt. Der deutsche Anarchist Kurt Wilckens schleuste ihn auf ein Frachtschiff, das nach Tampico unterwegs war. In Mexiko überschritt er den Rio Grande und die Grenze zu den USA. Als illegaler Einwanderer verhaftet und nach Italien ausgewiesen, floh er gleich nach seiner Ankunft mit Errico Malatestas Hilfe zuerst wieder nach Paris und anschließend nach Kuba. 1924 schiffte er sich heimlich nach New Orleans ein und hielt sich bis 1928 ein weiteres Mal illegal in New York auf; er arbeitete als Dreher und war Mitarbeiter und Herausgeber verschiedener individualanarchistischer Zeit­schriften. Nach einem zweijährigen Zwischenaufenthalt in Paris ging Arrigoni 1930 nach New York zurück. 1937 reiste er unter dem Decknamen Enrique Brand nach Spanien und wurde nach den in den „Maita­gen“ ausgebrochenen Kämpfen mit einigen hundert Antifaschisten auf Betreiben der stalinistisch-kommunistischen Reak­tion im Modelo-Gefängnis von Barcelona eingesperrt. Die Interventionen der amerikanischen Anar­chisten Emma Goldman, Abe Bluestein, des deutschen Anarchisten Augustin Souchy und des amerikanischen Konsuls retteten ihm wahrscheinlich das Leben. Wieder in Freiheit, kehrte er Europa den Rücken und in die USA zurück. Arrigoni beteiligte sich an der amerikanischen Ausgabe von Max Stirners „Der Einzige und sein Eigentum“ und war Mitglied im Libertarian Book Club. In den sechziger Jahren unterstützte er die Kampagne seines exilkubanischen Freundes Manuel Ferro, innerhalb der anarchisti­schen Kreise in Frankreich, Italien, Mexico und Argentinien ein Gegengewicht zur auch dort vorherrschenden procastristischen Stimmung zu schaffen und die Unterdrü­ckung der freiheitlichen Arbeiterbewegung in Kuba publik zu machen. Neben seiner Autobiografie „Freedom. My dream“ (1937, Neuauflagen 1986 und 2012) schrieb er etliche Dramen, Komödien und Satiren, die teils in Italien, teils in den USA veröffent­licht wurden. Mit „The Totalitarian Nightmare“ erschien 1975 in den USA eine Sammlung bitterböser Satiren über die Versklavung des Proletariats in der UdSSR.


FONTI:

GB-ME // DBAI // Risv. 23.9.1916 per espulsione, poi revocata - 16.12.1916 per la scarcerazione da Witzwil // Decreto di accusa della procura elvetica del 19.3.1919 - processo del 12/13 giugno 1919 a Zurigo in L'Express, 14.6.1919 // Paul Avrich, Anarchist Voices, 1972 // The Daily Bleed Anarchist Calendar // Abraham Lincoln Brigade Archives // info complementari, precisazioni e scheda in tedesco a cura di Egon Günther del 18.3.2012 - dicembre 2012 - 12.2.2013 - 22.2.2014 // Memoria raccolta da Paul Auvrich in Bollettino Centro Studi libertari/Archivio Pinelli, Milano, luglio 1996 - ora anche in www.novatore.it/Archivio leggimi/Enrico_Arrigoni.htm //




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